
anno di pubblicazione 2019
pp. 192
ISBN cartaceo 9788878857148
ISBN pdf 9788878857155
ISBN epub 9788878857162
Questo libro si interroga sul modo in cui alcuni scrittori e registi cinematografici hanno descritto il rapporto tra intellettuali e plebe a Napoli dal secondo dopoguerra a oggi e come esso si sia articolato in alcuni momenti decisivi della storia della città.
Il popolo o la «classe» dotati di soggettività e unità, sorta di aristocrazia degli oppressi, sono stati sovente opposti alla plebe, considerata con disprezzo come un sottoproletariato manipolabile dal fascismo e dal populismo. Questa distinzione è troppo rigida.
Il capitale produce simultaneamente, continuamente, lavoro salariato e plebe e determina una trasmigrazione continua tra le due condizioni, secondo la curva dominante del suo ciclo. L’esistenza dei senza voce e dei senza parte non è un accidente della storia, o una sua fase arretrata, destinata a svanire con l’estensione universale del lavoro produttivo: come il capitale – nelle più diverse parti del mondo – non può fare a meno di ricorrere alla violenza per nulla estinta dell’accumulazione originaria, così crea – strutturalmente – l’essere della plebe, l’ombra perturbante e minacciosa, in cui – a ogni crisi –minaccia di sprofondare anche il lavoratore più qualificato. Il tempo che porta dalla plebe alla classe quindi non è lineare, ma curvilineo, regressivo e spezzato. L’inespressività miserabile – se considerata come un dato di natura, come prossimità alla condizione animale – non è che un mito: essa è prodotta dalla distruzione di codici simbolici preesistenti o di una soggettività prima vitale. I senza voce hanno perso una parola che possedevano, sono stati espropriati della identità originaria, e non hanno accesso al linguaggio astratto della modernità capitalista.
Mario Pezzella ha insegnato Estetica in diverse università e alla Scuola Normale di Pisa. Tra le sue pubblicazioni, Estetica del cinema (2010); Insorgenze (2014); La voce minima. Trauma e memoria storica (2017).
La città senza grazia
Paesaggio con rovine
Le mani sulla città di Francesco Rosi
Trent’anni dopo. Diario napoletano di Rosi e La Capria
La plebe e l’armonia perduta di Raffaele La Capria
Risvegli. La neve del Vesuvio di Raffaele La Capria
Il trauma della guerra. Due scrittori a Napoli nel 1943
I corpi e la cenere
Viaggio in Italia di Roberto Rossellini
L’altra Napoli di Ermanno Rea
Da Palermo a Palermo, via Napoli
Tango italiano di Rino Genovese
La nitidezza e il gorgo
La frantumaglia di Elena Ferrante
Per oscure scale
Mario Martone e L’amore molesto
Vedere il male
Gomorra di Matteo Garrone
Rileggendo Gomorra
Un terrore amoroso
Il genio dell’abbandono di Wanda Marasco
La poesia di Francesco Nappo e il popolo illetterato di Napoli