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PDF 1.6 MB, ISBN 9788878852402
Gabriel Tarde
Le leggi dell'imitazione Studio sociologico
collana La critica sociale
anno di pubblicazione 2012
pp. 384
ISBN cartaceo 9788878851597
ISBN pdf 9788878852402
DOI 10.4000/books.res.123

Un classico ritrovato. Si può definire così la prima pubblicazione integrale in italiano dell’opera maggiore di Gabriel Tarde, finalmente accessibile nell’edizione curata da Filippo Domenicali. Pubblicato a Parigi nel 1890, all’epoca della costituzione della sociologia come scienza, il testo affronta i nodi centrali della disciplina in un percorso che parte da una definizione dei princìpi della sociologia per spaziare in territori apparentemente eterogenei, che vanno dalla linguistica alla religione, dalla mitologia alla politica, dall’economia all’etica e all’arte. Noto in Francia come rivale e opposto simmetrico di Durkheim, dimenticato a lungo in Europa, ripreso negli Stati Uniti dalla Scuola sociologica di Chicago, rilanciato da Gilles Deleuze come interlocutore privilegiato intorno ai temi della differenza e della ripetizione, Tarde è anzitutto un acuto analista del rapporto tra scienze naturali e scienze sociali. Nella dialettica tra differenza e ripetizione egli vede il motore dello sviluppo umano a tutti i livelli, in un moto dinamico tra la variazione e la duplicazione, tra l’invenzione e l’imitazione. Il lettore sarà colpito dall’attualità del suo pensiero in riferimento soprattutto alla questione della moda e del prestigio, nei termini di un’anticipazione del dibattito contemporaneo sui temi della democrazia, dell’Europa e della cosiddetta globalizzazione. 

Questo libro inaugura la nuova collana La critica sociale, diretta dal filosofo Rino Genovese


Gabriel Tarde (1843-1904) è stato sociologo, filosofo, criminologo, a lungo magistrato, pensatore radicalmente antiaccademico ma erede di una lunga tradizione che può contare su nomi come quelli di Montaigne e Montesquieu, approderà negli ultimi anni della sua vita alla cattedra di filosofia moderna del Collège de France.

Introduzione di Filippo Domenicali

Nota editoriale

Premessa alla prima edizione (1890)

Prefazione alla seconda edizione (1895)

Capitolo I. La Ripetizione universale
I. Regolarità inosservata dei fatti sociali da un certo punto di vista. Le loro analogie con i fatti naturali. Le tre forme della Ripetizione universale: ondulazione, generazione, imitazione. Scienza sociale e filosofia sociale. Società animali.
II. Tre leggi analoghe in fisica, in biologia e in sociologia. Perché tutto è numero e misura.
III. Analogie tra le tre forme della Ripetizione. Esse possiedono la stessa tendenza alla progressione geometrica. – Rifrazioni linguistiche, mitologiche ecc. – Interferenze imitative fortunate o sfortunate. Interferenze-lotte e interferenze-combinazioni (invenzioni). Abbozzo di logica sociale.
IV. Differenze tra le tre forme della Ripetizione. Generazione, ondulazione libera. Imitazione, generazione a distanza. Riduzione delle fasi embrionali.

Capitolo II. Le somiglianze sociali e l’imitazione
I. Somiglianze sociali che non sono causate dall’imitazione e somiglianze viventi che non sono causate dalla generazione. Distinzione tra le analogie e le omologie in sociologia e in anatomia comparata. Albero genealogico delle invenzioni, derivante dalle invenzionimadri. Propagazione lenta e inevitabile degli esempi, anche attraverso popoli sedentari e chiusi.
II. E siste una legge delle civiltà che impone a esse un cammino comune o almeno un termine comune, e, di conseguenza, genera somiglianze crescenti, anche senza imitazione? Prove del contrario.

Capitolo III. Che cos’è una società?
I. Insufficienza della nozione economica e anche giuridica: società animali. Non confondere nazione e società. Definizione.
II. Definizione del tipo sociale.
III. La socialità perfetta. Analogie biologiche. Gli agenti nascosti, e forse originali, della ripetizione universale.
IV. Un’idea di Taine. Il contagio dell’esempio e la suggestione. Analogie tra lo stato sociale e lo stato ipnotico. I grandi uomini. L’intimidazione, stato sociale nascente.

Capitolo IV. Che cos’è la storia? L’archeologia e la statistica
I e II. Differenza tra l’antropologo e l’archeologo. Quest’ultimo, inconsciamente, si pone dal nostro punto di vista. Sterilità inventiva delle epoche primitive. Imitazione esterna e diffusa, fin dai tempi più antichi. Che cosa ci insegna l’archeologia.
III. Lo statistico vede le cose, in fondo, come l’archeologo: egli si occupa esclusivamente delle edizioni imitative, tratte da ogni invenzione antica o recente. Analogie e differenze.
IV e V. Ciò che la statistica dovrebbe essere; i suoi desiderata. Interpretazione delle sue curve, cioè delle sue salite, dei suoi piani e delle sue discese, presentata dal nostro punto di vista. Tendenza di tutte le idee e di tutti i bisogni a espandersi secondo una progressione geometrica. Incontro, concorso e lotta tra queste tendenze. Esempi. Il bisogno di paternità e le sue variazioni. Il bisogno di libertà e altri. Legge empirica generale; tre fasi; importanza della seconda.
VI e VII. I tracciati della statistica e il volo di un uccello. L’occhio e l’orecchio considerati come registrazioni numeriche delle ondulazioni eteree o sonore. Statistiche immaginate dell’universo. Probabile ruolo futuro della statistica. Definizione di storia.

Capitolo V. Le leggi logiche dell’imitazione
Perché, nelle invenzioni simultanee, alcune vengono imitate, altre no. Ragioni di tipo naturale e di tipo sociale, e, tra queste ultime, ragioni logiche e influenze extralogiche. Esempio linguistico.
I. Ciò che viene imitato è credenza o desiderio, antitesi fondamentale. La formula spenceriana. Il progresso sociale e la meditazione individuale. Il bisogno di invenzione e il bisogno di critica hanno la stessa origine. Progresso per sostituzione e progresso per accumulazione di invenzioni.
II. Il duello logico. In storia, tutto si riduce a duelli o ad accoppiamenti tra invenzioni. L’uno dice sempre sì e l’altro no. Duelli linguistici, legislativi, giudiziari, politici, industriali, artistici. Sviluppi. Ogni duello è doppio, poiché ogni avversario afferma la propria tesi nello stesso momento in cui nega quella dell’altro. Momento in cui i ruoli si rovesciano. Duello individuale e duello sociale. Conclusione: tre risultati possibili.
III. L’accoppiamento logico. Non confondere il periodo di accumulazione che precede il periodo di sostituzione con quello che lo segue. Distinzione tra la grammatica e il dizionario dal punto di vista linguistico, religioso, politico ecc. Il dizionario aumenta più facilmente di quanto la grammatica non si perfezioni.
Altre considerazioni

Capitolo VI. Le influenze extralogiche
Diversi aspetti dell’imitazione. – I. La sua precisione e la sua esattezza crescenti; cerimonie e procedure. – II. Il suo aspetto cosciente o inconscio. Poi, corso dell’imitazione:
I. Dall’interno all’esterno dell’uomo. Diverse funzioni psicologiche messe a confronto dal punto di vista della loro trasmissibilità attraverso l’esempio. Obbedienza e credulità primitive. Dogmi trasmessi prima dei riti. L’ammirazione che precede l’invidia. Idee trasmesse prima della loro espressione. Fini trasmessi prima dei mezzi. Spiegazione delle sopravvivenze sulla base di questa legge. La sua universalità. La sua applicabilità anche all’imitazione femminile.
II. Dal superiore all’inferiore. Eccezioni a questa legge. La sua verità paragonabile a quella che presiede all’irradiamento del calore. – I. Esempi. La martinella e il carroccio. I Fenici e i Veneziani. Utilità delle aristocrazie. – II. La gerarchia ecclesiastica e i suoi effetti. – III. È il superiore, tra i meno distanti, a essere imitato. Distanza in senso sociale. – IV. In epoche democratiche, le nobiltà vengono sostituite dalle grandi città, che assomigliano a esse nel bene e nel male. – V. In che cosa consiste la superiorità sociale: in caratteri interni o esterni che favoriscono lo sfruttamento delle invenzioni in un certo momento. – VI. Applicazione al problema delle origini del sistema feudale.

Capitolo VII. Le influenze extralogiche (seguito). La Consuetudine e la Moda
Epoche consuetudinarie in cui il modello antico, paterno o patriottico, ha tutto il consenso. Epoche di moda, in cui il vantaggio appartiene spesso al modello nuovo, esotico. Attraverso la moda, l’imitazione si affranca dalla generazione. Rapporti tra l’imitazione e la generazione simili a quelli tra la generazionee l’ondulazione. Passaggio dalla consuetudine alla moda, poi ritorno alla consuetudine allargata. Applicazione di questa legge:
I. Alle lingue. Il ritmo della diffusione degli idiomi. Formazione delle lingue romanze. Caratteri e risultati delle trasformazioni indicate.
II. Alle religioni. Tutte procedono dall’esclusivismo al proselitismo, poi si raccolgono. Riproduzione di queste tre fasi fin dai tempi più antichi. Culto dello straniero, e non soltanto dell’antenato, fin da allora. Lo straniero bestiale adorato. Perché gli dèi molto antichi sono zoomorfi. La fauna divina. Il culto, tipo superiore di addomesticazione. – Spiritualizzazione delle religioni che si diffondono per moda. Effetti morali. Importanza sociale delle religioni.
III. Ai governi. Duplice origine degli stati, la famiglia e l’orda. All’interno di ogni stato, due partiti, quello della consuetudine e quello della moda, fin dai tempi più antichi. Frequenza del caso di famiglie reali di sangue straniero. – Il feudo, invenzione propagata per infatuazione; ugualmente, la monarchia feudale; altrettanto, la monarchia moderna. Liberalismo e cosmopolitismo. Nazionalizzazione finale delle importazioni straniere. Come si sono formati gli Stati Uniti. – Augusto, Luigi XIV, Pericle. – Critica dell’antitesi di Spencer tra militarismo e industrialismo, paragonata a quella di Tocqueville tra aristocrazia e democrazia.
IV. Alle legislazioni. Evoluzione giuridica. Diritto consuetudinario e diritto legislativo. Diritto decisamente multiforme e stabile nelle epoche consuetudinarie, molto uniforme e decisamente mutevole nelle epoche di moda. Propagazione delle carte legislative da una città all’altra. Il Diritto antico di Sumner Maine. Il ritmo delle tre fasi applicato alla procedura criminale. Caratteri successivi della legislazione. Classificazione.
V. Agli usi e ai bisogni (economia politica). Multiformità e stabilità degli usi; poi uniformità e rapido cambiamento. La produzione e il consumo, distinzione universalmente applicabile. Ovunque, trasmissibilità più rapida dei bisogni di consumo rispetto ai bisogni di produzione. Conseguenze di questa diversa velocità. Sbocco ulteriore nelle epoche consuetudinarie, sbocco esterno nelle epoche di moda. L’industria nel medioevo. Ordine delle forme successive della grande industria. Il valore della moda e il valore della consuetudine. Caratteri successivi impressi dai cambiamenti dell’imitazione al mondo economico e agli aspetti sociali comparati. Ragione di questi cambiamenti.
VI. Alle morali e alle arti. Doveri, invenzioni originali all’inizio. Graduale allargamento del pubblico morale e del pubblico artistico. L’arte della consuetudine nata dal mestiere, professionale e nazionale; l’arte della moda, inutile ed esotica. Morale della moda e morale della consuetudine. Probabilità per l’avvenire. Il fenomeno storico dei rinascimenti, sia morali, sia estetici.

Capitolo VIII. Note e corollari
Riassunto e complemento. Tutte le leggi dell’imitazione ricondotte a uno stesso punto di vista. Corollari.
I. Il passaggio dall’unilaterale al reciproco. Esempi: dal decreto al contratto; dal dogma al libero pensiero; dalla caccia umana alla guerra; dalla cortigianeria all’urbanità. Necessità di queste trasformazioni.
II. Distinzione tra il reversibile e l’irreversibile in storia. L’irreversibile in conseguenza delle leggi dell’imitazione, e quello in conseguenza delle leggi dell’invenzione. Una parola su quest’ultimo argomento. Cambiamenti irreversibili della stessa consuetudine, in una certa misura. I grandi imperi dell’avvenire. L’individualismo finale.

Bibliografia di Gabriel

Tarde Indice dei nomi

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